La
validità dell'omeopatia non è mai stata dimostrata mediante esperimenti o
ricerche. Gli studi condotti in base ai principi della scienza medica ne hanno viceversa dimostrato
l'inefficacia. Il ricorso a prodotti omeopatici è potenzialmente pericoloso per
la salute, in quanto spinge i
malati ad abbandonare terapie mediche efficaci, con effetti che possono
giungere all'invalidità o al decesso.
Alla base
vi è l'indimostrato "principio di similitudine del farmaco" (similia
similibus curantur), concetto privo di fondamento scientifico enunciato
dallo stesso Hahnemann, secondo il quale il rimedio appropriato per una
determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana,
induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza,
detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene
somministrata al malato in una quantità fortemente diluita; la misura della
diluizione è definita dagli omeopati potenza.
Allo
stato attuale, nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di
valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l'omeopatia presenti, per una
qualsiasi malattia, un'efficacia clinica che sia superiore all'effetto placebo. Inoltre, l'omeopatia
viene rifiutata dagli scienziati per la sua debolezza teorica (cioè
l'incompatibilità dei suoi postulati con le odierne conoscenze chimiche) e per la mancanza di un meccanismo
plausibile che ne possa spiegare il funzionamento. Per l'insieme di queste
ragioni l'omeopatia è stata definita una pseudoscienza.
L'opinione,
non dimostrata, degli omeopati, e contraria all'evidenza scientifica in campo chimico, biologico e farmacologico,
è che diluizioni maggiori della stessa sostanza non provocherebbero una
riduzione dell'effetto farmacologico, bensì un suo ipotetico potenziamento. In
realtà le diluizioni usate nell'omeopatia sono tanto alte da rendere il
prodotto omeopatico un semplice composto dizucchero.
Il 13
marzo 2003 il Tribunale penale di Catania ha
assolto il giornalista Piero Angela dall'accusa di diffamazione per avere
sostenuto in una puntata della trasmissione Superquark andata in onda nel 2001 che «l'omeopatia non è una cosa seria.
Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande per i
pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive». L’omeopatia è
l’applicazione clinica di questa legge che stabilisce un parallelismo di azione
tra il potere tossicologico e il potere terapeutico di una sostanza.
Curare significa per il medico omeopata confrontare i sintomi riferiti dal
soggetto malato con i sintomi indotti dalle sostanze sperimentate e
somministrare al paziente quel rimedio che nel soggetto sano provoca una
sindrome simile.
“L’omeopatia è in un certo qual modo la scienza
dell’individualizzazione, delle peculiarità, delle specificità dell’essere e
per questo può pretendere di essere medicina dell’umano…è un metodo.”
L’omeopatia, come asserito da Hahneman, cura il malato, non solo la
malattia.
Il trattamento omeopatico si basa sull' impiego di sostanze che, somministrate
in piccolissime dosi,sono capaci di guarire una determinata malattia, mentre se
date in quantità maggiori ad un individuo sano, gli procurerebbero dei sintomi
simili a quelli che si vogliono curare.
Commenti
Posta un commento