l termine italiano vegetarianismo deriva da vegetariano, neologismo diffusosi agli inizi del XX secolo come adattamento dell'inglese vegetarian, a sua volta derivato da vegetable (che vive e cresce come una pianta), dall'antico francese vegetable (vivente, degno di vivere) con radice dal latino vegetus (sano, attivo, vigoroso). Di uso comune per indicare il vegetarianismo è anche la forma abbreviata vegetarismo, mentre il termine vegetarianesimo è di uso improprio, anche se a volte viene usato in ambito religioso per indicare pratiche alimentari differenti ma comunque implicanti sempre l'astensione dal consumo di carni. Nel vegetarianismo si possono distinguere diverse pratiche alimentari, che si producono in abitudini dietetiche che, sebbene possono essere anche molto differenti l'una dall'altra, sono tutte accomunate dalla rigorosa esclusione della carne di qualsiasi animale:
- latto-ovo-vegetarianismo: esclude gli alimenti che derivano dall’uccisione diretta di animali sia terrestri sia marini, quali carne, pesce, molluschi e crostacei; ammette qualunque alimento di origine vegetale, i prodotti animali indiretti, ovvero latte e derivati, uova e miele, oltre ad alghe, funghi (di cui fanno parte i lieviti) e batteri (come i fermenti lattici). Questo regime vegetariano è il più diffuso nei paesi occidentali, tanto che nel linguaggio comune la dieta associata è erroneamente indicata, per sineddoche, come dieta vegetariana;
- latto-vegetarianismo: come il latto-ovo-vegetarianismo, ma esclude anche le uova. È un modello dietetico frequente nella tradizione asiatico-indiana, di cui fanno parte le diete sattva o yogiche e altre di estrazione induista come la dieta vaishnava, tra i cui precetti è compresa l'astensione dai funghi;
- ovo-vegetarianismo: come il latto-ovo-vegetarianismo, ma esclude anche latte e derivati;
- vegetalismo o veganismo dietetico: esclude tutti gli alimenti di origine animale (carne, pesce, molluschi e crostacei, latte e derivati, uova, miele e altri prodotti delle api) e ammette qualunque alimento di origine vegetale, oltre ad alghe, funghi e batteri;
- crudismo vegano: ammette esclusivamente cibi vegetali non sottoposti a trattamenti termici oltre i 40 °C (è ammessa l'essiccazione). Questo modello dietetico è composto prevalentemente da frutta, verdura, noci e semi, cereali e legumi germogliati. È da distinguersi dal crudismo non vegano, in cui si utilizzano latticini non pastorizzati e perfino carne e pesce crudi;
- fruttarismo: pratica alimentare a base di frutta, frutta secca e semi. Oltre alla frutta intesa come frutto dolce della pianta (mela, pesca, albicocca, ecc.), viene contemplato anche il consumo di ortaggi a frutto come pomodori, peperoni, zucchine e cetrioli. Si basa sull’idea che la frutta sia il cibo elettivo per l'uomo.
Coloro che seguono queste pratiche alimentari sono classificati comunemente come
vegetariani, anche se all'interno di tale gruppo gli individui sono distinti in base al tipo specifico di dieta seguita (latto-ovo-vegetariani, latto-vegetariani, ovo-vegetariani, vegetaliani o vegani, crudisti vegani e fruttariani). Normalmente, i vegetariani che includono l'alimentazione in una più vasta scelta etica evitano anche alimenti che comprendono tra gli ingredienti ridotte quantità di cibi animali, per esempio prodotti da forno preparati con
strutto,
latte in polvere o uova,
pasta all'uovo,
brodo di carne.
La maggiore consapevolezza dei vegetariani su come seguire una dieta vegetariana equilibrata, grazie soprattutto alla facile reperibilità di informazioni e testi divulgativi, e una più adeguata informazione e preparazione tra la classe medica, nonché l'aumentata disponibilità sul mercato di nuovi prodotti per vegetariani (inclusi cibi "fortificati"), hanno portato una maggior affermazione, validità e convenienza delle diete vegetariane.
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